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lunedì 2 luglio 2012

Quando si parla di terremotati...

L'IMPORTANZA DI QUELLO CHE HAI LASCIATO A CASA
Ogni volta che esci di casa di certo non hai motivo di preoccuparti delle cose che lasci dentro,  perchè sai di ritrovarle una volta tornato. Sembra quasi essere una certezza.
Poi ti trovi davanti gli occhi grandi e profondi di una bambina, che osservando i pennarelli sul tavolo, ti dice: "Io queste cose ce le avevo, ce le avevo a casa", e qualcosa dentro di te si rompe!
Questa è una delle tante cose che sono accadute durante il week-end che è appena trascorso.
Chi mi segue attraverso Facebook, sa già di cosa sto parlando. Chi invece mi legge per la prima volta avrà di certo un pò di domande da pormi.
Cosa sarà accaduto nei due giorni appena trascorsi, in uno dei quali molti italiani si rammaricavano per la clamorosa sconfitta della Nazionale?
E' accaduto un fatto davvero bello!
Seguitemi!


IL MIO GRUPPO KNITTING RELAY:
Siamo all'inizio di giugno. Alcune delle amiche di Knitting Relay, manda un messaggio alle curatrici del progetto (io, Andrea, Lauraluna), chiedendo: "Noi come gruppo Knitting Relay, in che modo possiamo aiutare gli amici emiliani?"
Parte così  la caccia alla richiesta d'aiuto che più ci ispira fiducia. Ce ne sono davvero tante in rete, è difficile scegliere...c'è un timore celato, quello di incappare in qualcosa di poco serio. E' Lauraluna che trova il contatto, legge uno dei mille comunicati di aiuto che passano in rete. Sembra affidabile, sembra serio. C'è un numero di telefono. Compongo il numero, esito a chiedere il cognome, cercando di indovinarlo dall'indirizzo e.mail, poichè il comunicato riporta solo un nome: Gianni.Dall'altra parte del telefono risponde una voce allegra, è quella di Gianni, per l'appunto. Ecco, il gruppo Knitting Relay ha trovato la persona giusta, adesso sappiamo dove indirizzare il nostro contributo!
CHI E' GIANNI:
Gianni è tante cose.
Si! Avete letto bene! Gianni adesso è una squadra di gente (liberi cittadini, volontari, associati) che si muove per un unico obbiettivo: "RICEVERE". Si! Anche sta volta avete inteso bene!
Perchè nel "dare", quello che è accaduto in questi due giorni è stata la cosa contraria, ovvero: "AVER RICEVUTO". E quando Gianni al telefono mi ripeteva " qui stiamo ricevendo", io pensavo di aver capito cosa intendesse dire, ma solo dopo ho scoperto cosa intendeva veramente.

QUANDO SI PARLA DI TERREMOTATI:
la prima cosa che ti viene in mente è che hanno perso la casa con dentro tutto quello che avevano. E pensi alle case e pensi alle cose.  Dopo questa prima riflessione, se ti soffermi un attimo, evitando di immaginarti le macerie, inizi a vedere le persone. Ed è lì che capisci che oltre alle case e alle cose, quelle stesse persone hanno perso anche altro.
LE PERSONE:
le stesse che incontri per strada, quelle che incroci nelle corsie dei supermercati, quelle che con te fanno la fila allo sportello delle poste. Quelle persone che vedi, ma non osservi, che magari ci sbatti contro, ma dopo te ne sei dimenticato la faccia, il sorriso, lo sguardo.
Quelle persone, le abbiamo incontrate sabato e domenica.
TRA I TERREMOTATI?
Ebbene, Gianni dopo un paio di telefonate per capire come poteva il gruppo Knitting Relay rendersi utile per le comunità che lui sta soccorrendo, ha sbirciato il mio profilo facebook e mi ha chiesto: "Ma tu lavori coi bambini?"
- In che senso?- ho domandato io.
- Fai delle attività didattiche o dei laboratori coi bambini?-
- Si, ci sono! (anzi ci siamo!!)- ho risposto alle domande che sono seguite.
VENITE?
"Più o meno sono 30 e di tutte le età", mi dice Gianni.
"30, ok! A fine giugno siamo da voi"
Smetto di parlare con Gianni e mi giro verso mio fratello, che qualcosa l'aveva già capita mentre parlavo al telefono. "Tu vieni?" è la domanda. "Certo" risponde.
Accendo il pc, scrivo un lungo messaggio alla mia più cara amica, quella che mi conosce meglio di chiunque. Il messaggio è lungo e dettagliato. Debbo spiegarle tutto, dove si va, quando, cosa si fa.
La risposta è: "Io ci sono". Lei è Maria Rosa. La mia scelta cade sulla persona giusta, ama i bambini, anzi di più..ama follemente i bambini! Fa l'insegnate, non per professione, ma per vocazione. Lei è la persona giusta!
ACCORRETE GENTE!!
" 30 bambini" penso. "Però"! Di materiale per i laboratori ce ne vorrà un bel pò!"
"Mandiamo un pò di messaggi..qualcuno che mi da una mano lo trovo"
Detto, fatto! Arriva tutto il materiale necessario, anzi di più, arrivano giochi, caramelle, arriva di ogni. Si parte!
HOTEL REGINA PACIS
E' sabato 30 giugno. La macchina è piena come un uovo. Il cofano è stracolmo. I sedili dietro anche. Bisogna fare posto per Maria Rosa che ci aspetta alla stazione di Castel San Pietro Terme.
Si parte!
 "L'autostrada sarà deserta, noi la percorreremo in senso contrario al mare" penso.
Sbagliato! L'autostrada è intasata. Incidente. Macchine e ancora macchine! Maria Rosa è già arrivata.."uffa!"...più di un'ora di attesa.
Finalmente arriviamo, lei salta in macchina. E' passata la scocciatura dell'attesa. Non ci si pensa più. Adesso attendiamo di uscire dall'autostrada e iniziare a fare la salita per le splendide colline del modenese.
Si sale! Saliamo, saliamo.."ma dov'è sto posto? non si arriva più! Non è che abbiamo sbagliato strada?"Continuiamo a salire..."Eccolo!! Montombraro!! Eccolo! Siamo arrivati!!"
"Mamma mia che spettacolo! Colline, alberi e un'aria davvero sublime. Caldo si!Ma non come in pianura. Qui si sta bene!"
Giordano e Mary sono i gestori. Svuotiamo la macchina. E' l'ora di pranzo. Si vede qualche bambino gironzolare.
TUTTO ATTORNO
Sabato e domenica. Sembra di essere in vacanza. Siamo carichi, un pò accaldati, ma motivati.
C'è molta gente. Ci guardiamo in giro. Ecco i primi bambini. Molti anziani si godono l'ombra degli alberi. L'Albergo è grande. E' circondato dalle colline. L'aria è buona. Bello, no?
DOMANDE
una bambina ci ha visti, ci viene incontro, inizia a far domande. Ha visto dove abbiamo scaricato le scatole. E' sempre l'ora di pranzo, molti sono ancora a tavola. Ci mostrano le camere. Una sciacquata veloce al viso. Si torna fuori. E' sempre la bambina di prima, ha sbirciato tra le nostre scatole. Vuole sapere a cosa servono tutte quelle cose, ma soprattutto per chi è la Foca di peluche, che è dentro alla sporta. "Per chi è quella Foca?"
SCAPPO?
"Signora, vuole venire al tavolo con noi? Lavoreremo con l'argilla, è una cosa che possono fare tutti. Non è solo per i bambini"
La signora ci guarda. Potrebbe essere nostra nonna. Ci guarda. Ha gli occhi acquosi. I capelli tinti. Ci tiene ad essere in ordine. Ci guarda e risponde: "No. Non ho voglia. Non è il momento. A dire il vero non ho voglia di fare niente. L'unica voglia che ho è di tornare a casa.
"Scappo?" penso.
Si, avrei avuto voglia di scappare in quel momento. Le ho accarezzato i capelli e ho guardato altrove. "Io chi sono?" mi chiedo. "Cosa voglio da questa gente?" Mi sono sentita stupida e sono scappata dentro di me.
"Chissà a Carpi?.. chissà che caldo che sentono!?" a dirlo è una giovane mamma, mentre fa sedere una dei suoi tre figli, al tavolo dove avremmo tenuto le nostre attività. Lo chiede a sè stessa. Perchè guardandola i suoi occhi non sono rivolti a me. Ma fissano il vuoto. E' una domanda fatta ad alta voce.
"Tu non sei venuto a fare i laboratori?" chiedo ad un ragazzo. La mamma si volta e mi risponde "Ha la maturità. Studia, non è uscito dalla camera sta mattina". "Capisco. Ti prepari per l'orale, vero? Gli scritti già li avete fatti" dico. La mamma si volta di nuovo, mi guarda con gli occhi lucidi e dice "Lui farà solo gli orali".
Questa è stata la seconda volta in due giorni dove sarei voluta sprofondare.
IO SONO UN TERREMOTATO
mi chiedo cosa vuol dire essere un  terremotato? E me lo sono chiesta più volte, in un posto dove c'erano circa un centinaio di quelli che chiamiamo  "terremotati" e c'era anche gente in villeggiatura, venuta a godere della frescura di collina. "Terremotato: agg. Danneggiato dal terremoto. s.m. Chi abita o è profugo di una zona danneggiata dal terremoto" Questo è quello che ho trovato sul dizionario.
Mi chiedo, ma chi scrive i dizionari, non pensa che spesso dietro alle parole ci sono anche le persone?
CONGEDO
E' domenica, tutti sono a tavola. E' l'ora di pranzo. Noi mettiamo a posto i tavoli che ci sono serviti per fare le nostre attività. Sistemiamo il materiale nelle scatole. "Ci sono i doni!". Si, i doni. Così avevo scritto sulle scatole di tutto il materiale che avremmo lasciato ai bambini, "DONI", scritto con un pennarello nero.
Tiriamo fuori tutto il materiale da donare. Ad occhio e croce dovrebbe bastare. Entriamo nella sala da pranzo, ci scusiamo per l'intrusione. Quello è l'unico momento dove tutti sono riuniti.Non c'è il rischio di perdersene uno. Sembriamo tre stupidi "babbi natali" che distribuiscono doni, mentre la gente mangia ancora la pasta.
Le scatole si svuotano. Tutti hanno avuto il proprio "dono" Ci guardiamo in giro...
OGNUNO E' UN MONDO. E QUEL MONDO E' GRANDE
 ..mi guardo in giro e quello che vedo sono gli sguardi allegri dei bambini. Ognuno ha ricevuto il suo dono. Ma attorno a quegli stessi sguardi gioiosi, ce ne sono altri e sono quelli dei genitori, dei nonni, degli anziani. Dietro agli occhi di ognuno c'è un mondo. Un universo che sa di infinito. C'è un pensiero, quello di una quotidianità interrotta. La stessa quotidianità che spesso noi disdegnamo.
Scappo? Stavolta si, è il caso di scappare. E lo faccio. Lo faccio per davvero. Scappo fuori da quella stanza, perchè qualcosa dentro di me si è rotta, e quel qualcosa scorre trasparente e liquida, disegnando delle scie nere sulle guance.
QUELLO CHE CI AVETE DATO
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non esistono parole per dire quello che questa gente ci ha dato!
GRAZIE! GRAZIE è tutto quello che possiamo dire!


"Si, torneremo!" rispondo ora a G. una bellissima bambina di colore, che prima che andassimo via ci ha chiesto: "Domani tornate?"

Domani. Sogniamo il domani. E noi urliamo "OGGI"!
OGGI c'è bisogno di fare e lo chiediamo a "chi di dovere": di fare!. Chiediamo OGGI! Perchè del domani non c'è certezza, quella stessa certezza che non ci fa preoccupare dell'importanza di ciò che lasciamo a casa. Ciò che lasciamo a casa, quando usciamo e chiudiamo la porta alle nostre spalle, forse non la ritroveremo più. Così è stato per la gente che abbiamo conosciuto in questo caldo week-end che è trascorso. Per questo chiediamo a "chi di dovere" di pensare OGGI a quello che è giusto per il domani. OGGI CARI GOVERNATORI E NON DOMANI! E' OGGI CHE QUELLA GENTE, LASSU', A MONTOMBRARO DI ZOCCA ASPETTA IL VOSTRO AIUTO. DOMANI E' GIA' TARDI! TARDI COSI' COME LO E' STATO PER COLORO CHE NON SI SONO PIU' RIALZATI DALLE MACERIE DELL'INCURIA!

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE CI HANNO PERMESSO DI RICEVERE QUESTA LEZIONE DI VITA.GRAZIE!
Mariapia, Gaetano, Maria Rosa.


RINGRAZIAMENTI SPECIALI:
rivolgo un particolare grazie a coloro che mi hanno dato una mano: Maria Rosa, Gaetano, MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza), Claudia Casali (Direttrice del MIC), Lorena e Dario (Laboratorio Giocare con l'Arte, MIC), Andrea e le mamme della 3B del Giardino dei Sogni di Faenza, Antonella, Valentina, Anna Laura. In fine un ringraziamento davvero speciale va a Mary e Giordano (Hotel Regina Pacis) che gentilmente e generosamente ci hanno accolti ed ospitati e a Gianni il nostro "Superman" colui che ha permesso e voluto tutto questo. Grazie!

5 commenti:

  1. Grazie a te Mariapia...dovremmo sentirci, ricordi?

    Ti abbraccio...magari se ti va con qualche amica stiamo facendo qualcosina anche noi.

    Un abbraccio. NI

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  2. rimanere incollata alle tue parole che si tramutano in ricordi del Friuli e in vista annebbiata ... GRAZIE, INFINITE GRAZIE per aver dato un'ulteriore conferma che UN MONDO MIGLIORE ci PUO' ESSERE!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    Un forte abbraccio!
    Silvia

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  3. Mi hai fatto commuovere... Siete state grandi, veramente!

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  4. a nome dei terremotati: grazie! :)

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  5. Tantissimi auguri di un felice anno nuovo!!!!!
    spero che il 2013 possa esaudire tutti i tuoi desideri!!
    bacioni eli

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